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AMMINISTRAZIONE

Veterinari a difesa dei diritti degli animali.

Lo scorso venerdì 10 novembre un partecipato convegno sulla medicina forense veterinaria.

Dal convegno di medicina forense emerge un aspetto particolare della figura del veterinario. Non solo professionista a tutela della salute degli animali, ma anche a difesa dei loro diritti, con un ruolo attivo in concerto con le autorità giudiziarie negli accertamenti diagnostici e attività di raccolta di prove analitiche in casi di reali o presunti maltrattamenti. 

L’evento, inserito nel Piano formativo aziendale 2023 dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, è stato organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Medici Veterinari di Sassari. Ospitato e patrocinato dall’Università degli Studi di Sassari, si è svolto presso la prestigiosa aula magna della sede storica di piazza Università. Hanno preso parte all’incontro circa 200 persone, fra veterinari liberi professionisti, dipendenti ASL e IZS Sardegna, personale del Corpo Forestale e Vigilanza Ambientale e delle guardie eco-zoofile. Tutte professionalità coinvolte nelle indagini su casi di maltrattamenti animali. 

Ad aprire i lavori, il saluto del Magnifico Rettore dell’Università, prof. Gavino Mariotti, e del Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, dott. Giovanni Filippini.

Fra i relatori, il professor Orlando Paciello, dell’Università Federico II Di Napoli, che ha illustrato i diversi ambiti nei quali il medico veterinario svolge un ruolo nella lotta ai crimini contro gli animali. Tra questi, il contrabbando di animali esotici, attività che costituisce un reato penale, ma può essere anche volano per un ruolo di spillover (un salto di specie) e mettere quindi in pericolo la salute umana. Paciello ha poi sottolineato un altro aspetto non sempre tenuto in giusta considerazione, ovvero che la crudeltà nei confronti degli animali può essere spia di futura crudeltà e delitti nei confronti dell’uomo, così come emerso in alcuni casi di cronaca. 

La dottoressa Giulia Rosa poi, veterinario del Centro di referenza per la Medicina Forense Veterinaria – che fa capo all’IZS del Lazio e Toscana - ha evidenziato l’importanza e le modalità di utilizzo del Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali. Dal portale emerge che le esche avvelenate totali nazionali viaggiano su una media di 2/3 giorno. Anche per la Sardegna il fenomeno risulta fortemente presente e merita un’attenzione massima e attività di contrasto da attuare in collaborazione col medico veterinario, le autorità investigative e i cittadini. È stata poi presentata l’app “Bocconi avvelenati” che serve appunto ai cittadini per segnalare alle autorità situazioni di avvelenamento degli animali. 

Il dott. Marco Muzzeddu, medico veterinario dell’Agenzia regionale FORESTAS, ha poi esposto una carrellata di casi di animali raccolti nel corso della sua attività professionale. Un aspetto che ha destato particolare interesse è stata l’illustrazione di traumi da collisione con le linee elettriche, che uccide moltissimi volatili, spesso anche specie protette e tutelate.  

Il referente regionale per la Medicina Veterinaria Forense e responsabile scientifico dell’evento, dott.  Antonio Pintore, oltre a descrivere casi pratici utili a stimolare la discussione con le varie professionalità presenti, ha esposto una relazione sul fenomeno della predazione animale a danno del patrimonio zootecnico in Sardegna, illustrando le modalità per una diagnosi differenziale e una corretta individuazione della specie predante.

Il dott. Davide Pintus, responsabile scientifico dell’evento per l’IZS Sardegna, ha anch’egli illustrato dei casi pratici, scelti fra quelli più interessanti fra quelli non più oggetto d’indagine.
Il presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Sassari, dott. Andrea Sarria, ha esposto diversi casi pratici sui quali ha lavorato o sono ancora in corso indagini. 
La dott.ssa Caterina Maestrale, biologo genetista dell’IZS della Sardegna, ha esposto diversi casi giudiziari nei quali le indagini genetiche sono state di indispensabile supporto per la loro risoluzione, rimarcando le diverse potenzialità dei cosiddetti esami genetici. 

A concludere la giornata, l’intervento del dott. Simone Iovino, veterinario della ASL di Salerno, che ha parlato di catena di custodia dei reperti e dell’ultima fase del processo, ovvero delle diverse modalità di smaltimento di cadaveri animali e prodotti sottoposti a sequestro giudiziario, un’attività particolarmente delicata che sottende ad una precisa normativa. 

Dalle relazioni esposte è emerso come sia importante il lavoro necroscopico e di laboratorio, ma – proprio come nei casi di “medicina legale umana” – sia fondamentale recarsi sul luogo del delitto e analizzare con gli inquirenti la scena del crimine prima che questa sia inquinata e compromesse le indagini. 

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