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Fotografia dell’IZS Sardegna selezionata come cover della newsletter della Davis-Thompson Foundation

La prestigiosa fondazione statunitense ha scelto un’immagine del fungo Cryptococcus gattii nel polmone di una capra per il mese di marzo. Ce ne parla il responsabile della Struttura Complessa Sanità Animale dell’Istituto, dott. Ciriaco Ligios.

L’allestimento e la scelta delle foto rappresenta una fase essenziale e fondamentale nella preparazione di un articolo scientifico destinato ad essere pubblicato in una rivista.
In primo luogo, le immagini sono importanti perché danno evidenza delle scoperte che vengono comunicate, e di fatto essere convincenti per il lettore sulla bontà del dato scientifico annunciato. 
Nello stesso tempo, la foto ha il compito di sintetizzare quanto viene descritto nel testo, aiutando così i fruitori delle riviste a fissare nella propria mente il dato presentato dall’autore. Una foto di qualità deve essere auto esplicativa e capace con una breve didascalia di trasmettere a prima vista quanto l’autore ha descritto nel testo dell’articolo. 
Quando si decide quali e quante foto presentare nell’articolo, l’autore si trova di fronte a numerose scelte da effettuare. Ad esempio, nel settore della anatomo-istopatologia, il lavoro che precede uno scatto fotografico è lungo e complesso e deve tener conto di numerosi aspetti, tra cui considerare con quale ingrandimento del microscopio effettuare la foto del preparato, quale campo della sezione di tessuto sul vetrino istologico scegliere, che tipo di colorazione effettuare.  
Le nuove tecnologie fotografiche e le nuove tecniche biomolecolari permettono oggigiorno di produrre immagini di altissima definizione che quasi “spettacolarizzano” la presentazione della scoperta. Ormai la presenza di fotografie di qualità è una condizione indispensabile per l’accettazione dell’articolo nelle riviste scientifiche di maggior prestigio, in particolare nel settore della patologia.  
Di recente una fotografia, elaborata dal laboratorio di Anatomo-istopatologia e genetica animale del nostro Istituto che evidenziava, mediante una tecnica di immunoistochimica, la presenza del fungo Cryptococcus gattii nel polmone di una capra (https://www.ecvpath.org/cl-davis/), è stata scelta come cover della newsletter della Davis-Thompson Foundation, una fondazione statunitense che promuove a livello internazionale la formazione nell’ambito della patologia umana e veterinaria  (https://davisthompsonfoundation.org/).

Con la locuzione ‘Emerging infectious diseases’ si definiscono quelle patologie infettive la cui incidenza è andata aumentando nell’ultimo ventennio, in aree circoscritte del mondo o a livello globale, e che rappresentano ormai un importante problema di salute pubblica. A parte le note Arbovirosi, malattie virali trasmesse da insetti e che colpiscono sia gli animali che l’uomo, esistono un certo numero di malattie emergenti rappresentato dalle infezioni da funghi. Tra queste, degna di nota è l’infezione da Cryptococcus gattii (C. gattii) che, fino a non molto tempo fa, aveva bassa incidenza e si manifestava principalmente nelle zone tropicali e subtropicali, associata alla presenza di alberi di Eucalyptus camaldulensis. Nell’ultimo decennio questa infezione ha iniziato a interessare animali e uomini anche in climi temperati. In particolare, nel 1999 C. gattii ha determinato un focolaio di infezione nell’isola di Vancouver (Canada), diffondendo poi negli Stati Uniti dove è stato causa di malattia in pazienti immunocompetenti. Studi epidemiologici condotti in Europa, hanno evidenziato la presenza di ceppi autoctoni nel Nord Europa e nel Bacino del Mediterraneo e di ceppi provenienti sia da zone tropicali che dagli Stati Uniti.
I criptococchi appartengono al Regno dei Funghi (Divisione Basidiomicetes), Classe Filobasidiella, Ordine Tremellomicetes. Il Genere Criptococcus include 37 specie, di cui la maggior parte non è causa di malattia negli animali superiori e nell’uomo. Le due specie maggiormente coinvolte nelle infezioni dei mammiferi sono C. neoformans e C. gattii. La distinzione di questi due organismi, come due distinte specie, è stata recentemente confermata da tecniche biomolecolari e analisi del genoma. Negli animali domestici e selvatici il Cryptococcus neoformans e gattii provocano meningoencefaliti, polmoniti e mastiti. 
Uno studio del nostro Istituto 
di qualche anno fa, ha stabilito per la prima volta in Italia una conoscenza di base dei ceppi di C. gattii responsabili di meningoencefalite nelle capre e nel muflone. 
I ceppi isolati hanno mostrato una propria intrinseca variazione genetica, che li farebbe assimilare a due isolati Spagnoli, di origine ambientale, della regione di Alicante.
Tenuto conto del carattere zoonosico di C. gattii, il fatto che questo ceppo sia stato isolato da capre con patologia manifesta, dovrebbe mettere in allerta nei confronti di possibili episodi d’infezione nell’uomo anche in Sardegna.

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